Mercato immobiliare, +21,8% compravendite. Gli indicatori della risalita
- Pubblicato in News dal franchising
Il mercato immobiliare italiano nel secondo trimestre del 2016 segna un importante aumento delle compravendite segnando un + 21,8% sullo stesso periodo dello scorso anno.
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In ogni caso, il mercato della casa ha visto un incremento del 22,9%, il produttivo del 28,7%, il terziario del 14,7% e il commerciale del 12,9%. Secondo l’OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate) che analizza l'andamento del mercato del mattone italiano ecco tutti gli indicatori:
1. positivo l'andamento del mercato residenziale nelle grandi città, soprattutto a Bologna (+33,5%), Milano (+29,7%) e Napoli (+25,3%). Il +22,9% registrato dalle compravendite del settore residenziale, che fa il paio con il +20,6% del primo trimestre, sta riportando il mercato ai livelli di compravendita antecedenti la crisi del 2012. La ripresa nel comparto abitativo è più accentuata a Nord (+24,9%), che rappresenta oltre la metà del mercato complessivo, seguita dal Sud (+20,8%) e dal Centro (+20,7%). Anche le pertinenze mostrano una crescita a doppia cifra del +23,2%.
2. Bene anche il resto del mercato immobiliare e cioè uffici, negozi e capannoni, con un aumento complessivo del 16,4% rispetto allo stesso trimestre del 2015. Il tasso di crescita più elevato, nonostante sia riferito a un numero contenuto di scambi, è quello del settore produttivo, con un rialzo del 28,7%. Aumenta, inoltre, il volume delle transazioni per il settore terziario (+14,7%) e per il comparto commerciale che guadagna il 12,9%. Che differenza c’è fra mercato delle transazioni e nuove costruzioni?Il mercato delle transazioni è più limitato nella produzione di ricchezza poiché offre ossigeno alle casse dello Stato in termini di tassazione sulla transazione all’atto del rogito, e poi offre possibilità di lavoro alle maestranze addette alle ristrutturazione, tuttavia innesca una concentrazione di ricchezza (quella del venditore che spesso vende seconde case causa l’elevata tassazione) e riduce circolazione di ricchezza (quella del compratore che indebitandosi riduce i consumi per poter pagare mutui e spese di entrata nel nuovo immobile). Le nuove costruzioni invece muovono il comparto dell’edilizia che con nuovi cantieri crea posti di lavoro e quindi nuovo reddito spendibile, e soprattutto raccoglie sacche di risparmio “tesaurizzato” che è quello peggiore giacché non essendo introdotto nel tessuto produttivo non fa crescere l’economia del Paese.
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